Pensieri negativi: perché vengono e come liberare la mente

Il pensiero è un'attività psichica fondamentale che consente all'essere umano di elaborare contenuti mentali, acquisire consapevolezza di sé e della realtà esterna, e costruire schemi concettuali per interpretare il mondo. Non possiamo considerare il pensiero in modo isolato dalla nostra esperienza di vita, dai ricordi e dalla nostra storia personale. La nostra esperienza arricchisce lo sviluppo di concetti, permettendo all'individuo di collegare autonomamente percezioni, immagini e sentimenti, e di esercitare la logica per raggiungere una capacità di astrazione.

I pensieri possono manifestarsi con immagini o senza, con parole o senza, e sono sempre accompagnati da percezioni, stati d'animo e ricordi fugaci. Questa breve introduzione sul pensiero mette in evidenza la complessità di un processo che coinvolge diversi aspetti e anche diverse aree cerebrali.

I pensieri negativi, pur essendo una parte naturale della nostra vita mentale, possono assumere un carattere disturbante e violento. Tuttavia, non devono essere evitati in modo assoluto, poiché il pensare è una caratteristica intrinseca della nostra umanità e ci consente di "esplorare territori" attraverso la nostra mente senza per forza agire.

I pensieri possono essere brutti, intrusivi (spesso accompagnati da immagini), ripetitivi e violenti. È la frequenza e l’intrusività che possono influenzare negativamente la salute mentale. Ad esempio, pensare costantemente che le cose andranno male, che eventi spiacevoli accadono solo a noi, o che siamo cattivi, sbagliati, brutti e indesiderabili, può avere un impatto significativo sulla nostra vita e sul modo in cui ci presentiamo al mondo e interagiamo con gli altri, sul nostro umore, sulla nostra autostima, sulla fiducia.

Perché vengono i pensieri negativi?

Il pensiero è intrinsecamente legato alla nostra storia e alle esperienze personali, e per questo motivo include immagini, percezioni e vissuti, compresi quelli negativi. L’insorgere di pensieri negativi a fronte di momenti difficili quali lutti, traumi, malattie, fallimenti, separazioni, catastrofi, etc., è da considerarsi normale. Sarà necessario concedersi il tempo e/o richiedere supporto professionale per una corretta elaborazione dell’esperienza in base alla pervasività della sofferenza provata.

Tuttavia, quando i pensieri negativi si presentano in contesti quotidiani e si protraggono nel tempo, possono invalidare le condizioni di vita di una persona portandola a vivere in uno stato di costante tristezza, insoddisfazione e paura. Nelle forme più gravi, possono portare a sviluppare sintomatologie ansiose e depressive e disturbi ossessivo-compulsivo.

Le origini di questi pensieri possono risiedere nella storia personale, in aspetti ereditari, fattori sociali e ambientali. I pensieri negativi influenzano le credenze che una persona costruisce su di sè e sul mondo. Le esperienze traumatiche e le identificazioni legate al passato possono giocare un ruolo cruciale nella formazione di tali pensieri, se non “curate” nel tempo.

Paradossalmente, il pensiero negativo può avere anche una funzione difensiva inconscia: proteggere la mente dalla sofferenza e dal dolore di essere colti impreparati ad eventi e situazioni che non vanno come sperato. “Ecco tanto lo sapevo”.

Il pensiero negativo “aiuta” la persona a visualizzare quanti più scenari possibili del fallimento in modo da sentirsi “pronta, in controllo”, nel caso le cose andassero male. Se da un lato questo protegge dal potenziale crollo, dall’altro riduce l’investimento emotivo rispetto alle situazioni e contesti che sono oggetto di pensiero.

Come eliminare i pensieri negativi che tormentano?

Per prima cosa è fondamentale riconoscere la pervasività dei pensieri negativi e l’impatto che hanno sulla propria vita. Riconoscere il bozzolo di pensieri negativi nel quale si è immersi significa uscire da una visione che rinchiude ed incastra la persona.

Grazie al riconoscimento del malessere creato dal pensiero negativo si può iniziare un percorso volto a ri-equilibrare il pensiero, destituendo il pensiero negativo dal trono della mente e concedendo ad altre voci interne diritto di parola.

Cosa poter fare:

  • - Ricorda: il pensiero negativo non è l’unica lente tramite cui guardare gli eventi.
  • - Parlare con persone di fiducia può offrire nuove prospettive e aiutare a vedere le cose in modo diverso.
  • - Ricordarsi che ciò che oggi si sta vivendo non è ciò che si è vissuto in passato.
  • - Evitare di generalizzare con parole come “sempre”, “mai”, “tutti”, “nessuno”.
  • - Cercare di stare nel qui e ora e non correre con il pensiero alle conclusioni.
  • - Cercare l’aiuto di un professionista della salute mentale per iniziare a lavorare su di sé.

La psicoterapia psicoanalitica aiuta la persona in questo processo di ri-equilibrio delle “voci” nella propria mente attraverso una relazione di fiducia non giudicante.

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Dr.ssa Rachele Piperno - Centro Clinico SPP Milano dell'età adulta