Cos’è la derealizzazione? Cause, sintomi e cura
La derealizzazione è una sensazione di irrealtà che si manifesta nel campo percettivo e che comporta delle esperienze in cui l’individuo si sente emotivamente distaccato dalla realtà circostante. Il mondo gli appare strano, piatto, dai colori indistinti, più piccolo, distante, confuso. La misura o la forma degli oggetti subiscono una modificazione e le persone non sono più familiari o, addirittura, appaiono meccanizzate.
L’individuo, spesso, non è in grado di spiegare le proprie sensazioni e utilizza frasi del tipo: “Ogni cosa mi sembra mille miglia lontana da me.”, “È come se vedessi ogni cosa dalla parte sbagliata di un telescopio.”
Chi soffre di derealizzazione?
Le persone che soffrono di derealizzazione, in genere, presentano dei tratti caratteriali di dipendenza, insicurezza, iperemotività e particolare sensibilità agli eventi stressanti. La derealizzazione è, infatti, un sintomo dissociativo che può manifestarsi durante o dopo un intenso evento stressante oppure in caso di attacchi di panico.
Come avevamo già avuto modo di osservare in un precedente articolo, la derealizzazione è frequentemente associata alla depersonalizzazione con la fondamentale differenza che la derealizzazione è un cambiamento nella consapevolezza del mondo esterno, mentre la depersonalizzazione è un cambiamento peculiare nella coscienza di sé. In quest’ultimo sintomo prevale l’aspetto soggettivo tale per cui è la persona stessa che ha la sensazione di essere irreale.
Si può ritenere che questi due sintomi si presentino insieme poiché l’Io e il suo ambiente sono di fatto esperiti come una cosa sola. Di conseguenza tanto meno un paziente considera il proprio essere come qualcosa di certo, tanto più il mondo esterno gli diventa non familiare e alieno.
La perdita di familiarità per il mondo circostante che descrive chi sta vivendo un’esperienza derealizzante, a volte, richiama l’anomalia del sentimento di familiarità che si ritrova:
- - nel “jamais vu” in cui è presente la mancanza di significato per degli oggetti precedentemente ben noti e
- - nel “déja vu” in cui è presente il senso di familiarità per degli oggetti o delle esperienze che non sono familiari.
Perché accade la derealizzazione?
La derealizzazione è un fenomeno tipico delle forme di epilessia temporale, che può verificarsi anche in stati tossici conseguenti all’assunzione di alcol, allucinogeni e cannabinoidi, nei disturbi dell’umore, nei disturbi d’ansia e nei disturbi post-traumatici. Può presentarsi, in modo transitorio, anche in chi soffre di schizofrenia: in questo caso indica un processo di profonda destrutturazione dell’intera personalità e dell’insieme delle sue funzioni psichiche.
Secondo l’approccio psicoanalitico, una delle principali funzioni della derealizzazione è quella di proteggere un individuo dall’angoscia connessa a eventi della realtà esterna. In particolar modo è considerata un meccanismo difensivo nei confronti di eventi traumatici reali, quali per esempio abusi sessuali o maltrattamenti, soprattutto nell’infanzia. La derealizzazione permette, infatti, alla vittima di un evento traumatico, di allontanarsene isolandolo dalla coscienza insieme ai contenuti mentali a esso connessi.
Cosa comporta la derealizzazione?
I sintomi che potrebbero permettere ad una persona di capire se soffre di derealizzazione, in genere, si manifestano attraverso un particolare tipo di esperienza che può essere descritta in questi termini:
1) di distacco tra sé e la realtà circostante come per l’interposizione di un cristallo o di una nebbia;
2) di estraneità della realtà circostante;
3) di perdita del significato o della funzione degli oggetti;
4) di disorientamento temporale;
5) di disorientamento spaziale;
6) di modificazione o perdita della terza dimensione;
7) di essere circondati da persone che sembrano morte o trasformate.
Il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5, APA 2013) riconosce l’esistenza di uno specifico Disturbo di Depersonalizzazione e Derealizzazione (DDD) e lo inserisce all’interno dei Disturbi Dissociativi. Tale disturbo risulta essere caratterizzato dal verificarsi di episodi persistenti e ricorrenti di depersonalizzazione e derealizzazione con compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.
Quanto tempo dura la derealizzazione?
L’esordio di questo disturbo avviene più frequentemente nell’adolescenza con crisi isolate oppure quotidiane. La durata può variare da pochi secondi a molti anni, con un decorso che in genere è cronico e caratterizzato da periodi di remissioni spontanee e riacutizzazioni.
Come si esce dalla derealizzazione?
Le situazioni di derealizzazione di breve durata possono risolversi senza la necessità di alcun tipo di terapia. Nel caso in cui, invece, il disturbo diventa cronico e produce una sofferenza costante, un percorso di psicoterapia psicoanalitica può essere utile sia per comprendere le emozioni legate a eventuali ricordi traumatici o a eventi della vita particolarmente stressanti, sia per analizzare le dinamiche sottostanti al sintomo.
Nella stanza d’analisi, infatti, accompagnati da un’altra persona, è possibile avvicinarsi a quella parte di se stessi da cui spesso capita di allontanarsi perché, essendo sconosciuta, fa paura.
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Dr.ssa Donatella Rattini - Centro Clinico SPP Milano dell’età adulta