Attacchi di panico - Centro Clinico specializzato a Milano: SPP

Spesso sentiamo parlare degli attacchi di panico e di quanto, chi ne soffre, si senta impaurito o in preda al panico quando questi attacchi si manifestano o anche solo quando c’è la paura che ritornino. 

Il Centro Clinico SPP, oltre ad altri disturbi di natura psicologica, si occupa principalmente di questo disturbo e si pone come obiettivo quello di aiutare i pazienti a riconoscerlo, affrontarlo ed elaborarlo.

Tutti i professionisti del Centro Clinico, docenti e psicoterapeuti, sono specializzati nella cura del Disturbo da Attacchi di Panico e strutturano un trattamento psicoanalitico ad hoc per il paziente che lo richiede. Di seguito vedremo nel dettaglio cosa sono gli attacchi di panico, quando e come possono manifestarsi, in che età o con che frequenza, e le varie cure che possono aiutare il paziente a liberarsi di questo “panico”.

CHE COSA SONO GLI ATTACCHI DI PANICO?

L’attacco di panico è uno stato di forte paura che raggiunge il suo apice in pochi minuti: la parola “attacco” indica che lo stato di panico arriva improvvisamente, senza possibilità di controllarlo; la parola “panico”, dal greco panikos aggettivo di Pan, riconduce al Dio Pan, colui che seminava terrore tra le persone che attraversavano i suoi boschi, spariva rapidamente e lasciava impotente chi lo incontrava.

I sintomi che possono manifestarsi in un attacco di panico sono sia di natura fisica che di natura psicologica, e devono essere almeno quattro:

• Sudorazione
• Dispnea
• Sensazione di asfissia
• Tremori
• Dolore al petto
• Nausea
• Sensazione di instabilità e sbandamento
• Derealizzazione o depersonalizzazione
• Sensazione di perdere il controllo, impazzire o morire
• Parestesie (ad esempio, avvertire formicolii), brividi o vampate di calore.

QUALI SONO LE CAUSE PSICOLOGICHE DEGLI ATTACCHI DI PANICO?

Quando si presenta un attacco di panico, ci si trova davanti a un vissuto emotivo che porta con sé disintegrazione, insieme alla sensazione di impotenza e la paura di non poter più controllare il proprio corpo e la propria mente. La mente e il corpo non sono più integrati come al momento precedente l’attacco di panico, e in più si avverte una sensazione di disintegrazione, intesa come mancata possibilità che – il corpo e la mente – possano tornare a integrarsi.

Probabilmente ciò avviene come effetto della proiezione della propria aggressività primaria (del bambino che c’è in noi) per non essere stati curati, accolti, amati come si desiderava da bambini. Ciò porterebbe (inconsciamente) la persona a disintegrare, attraverso l‘attacco di panico, tutto ciò che di aggregante c’è nel proprio Io. Sintetizzando possiamo dire che le persone sofferenti di attacchi di panico, pur desiderando e cercando persone e situazioni in cui potersi abbandonare, vivono i momenti di regressione come pericolosi; hanno difficoltà a "lasciarsi andare" e hanno disimparato a riconoscere le proprie emozioni e sensazioni.

Possiamo quindi ipotizzare che tra le cause degli attacchi di panico ci sia una difficoltà a mantenere aggregati gli elementi che compongono l’Io (il collante), a mantenere il contatto con la loro capacità di integrazione psicofisica e infine a riconoscere le proprie emozioni. 

Come sostiene Gabbard, i pazienti con attacco di panico: “hanno difficoltà nel modulare la normale oscillazione tra separazione e attaccamento in quanto sono particolarmente sensibili sia alla perdita della libertà che alla perdita della sicurezza e della protezione. Queste difficoltà si traducono in un operare all’interno di uno spettro estremamente ristretto di comportamenti che tentano di evitare la separazione, che incute troppa paura, sia l’attaccamento, che è troppo intenso.Questa limitata zona di tranquillità spesso si manifesta in uno stile di interazione con gli altri ipercontrollante. L’estremo livello di panico presente in questi pazienti può riflettere una funzione di ansia segnale inadeguata ad attivare le risorse difensive dell’Io. Le minacce all’attaccamento, in particolare, sembrano attivare questo tipo di panico annientante”.

ATTACCHI DI PANICO: QUALI SONO LE CURE E COME GUARIRE?

Il primo passo fondamentale è sicuramente quello di accettare di avere un disturbo e chiedere aiuto a un professionista. La cura e la gestione del disturbo di panico possono prevedere diverse modalità terapeutiche. In genere i trattamenti possono essere di tipo farmacologico, di tipo psicoterapeutico, oppure integrati. A livello farmacologico, lo psichiatra potrebbe prescrivere delle cure con ansiolitici, antidepressivi o benzodiazepine; anche in questo caso le indicazioni terapeutiche variano in base al soggetto.

A livello psicoterapico, ci sono invece diverse scuole di pensiero su quale tipo di psicoterapia sia più efficace: sicuramente la psicoanalisi offre la possibilità al paziente di affrontare il problema degli attacchi, andando in profondità a conoscere ciò che c’è nel suo inconscio.

COSA FARE PER GLI ATTACCHI DI PANICO NOTTURNI?

Gli attacchi di panico possono presentarsi anche durante la notte. Vengono definiti “risvegli notturni” in quanto chi ne soffre si trova improvvisamente sveglio durante la notte accompagnato da una profonda angoscia e dai sintomi fisici già menzionati negli attacchi di panico (sudorazione, tachicardia, ecc...). Proprio a causa della presenza di questi sintomi fisici, che attivano il corpo, la persona farà molta fatica ad addormentarsi e, soprattutto, sarà più spaventata all’idea di gestire l’attacco di panico mentre “tutti dormono”.

Infatti, durante gli attacchi di panico diurni, il soggetto, essendo nel pieno delle ore di veglia, sarà più in grado di mettere in atto azioni compensatorie per “controllare” il panico; di notte, invece, la sensazione di non poter far nulla e di impotenza sarà più forte. In alcuni casi la persona potrebbe vivere in uno stato di allerta costante, soprattutto nella fase di addormentamento, per la paura che i sintomi possano manifestarsi nuovamente. Questo stato farà in modo che il sonno diventi ancora più leggero con una maggiore probabilità di risvegliarsi.

ESISTE UNA CURA NATURALE AGLI ATTACCHI DI PANICO?

Diverse ricerche dimostrano che in alcuni casi, una mancanza di equilibrio del sistema nervoso, causata dalla mancanza di magnesio nel nostro corpo, può innescare quelle reazioni fisiche percepite anche negli attacchi di panico. Spesso, chi soffre di attacchi di panico, cerca una soluzione a questo disturbo attraverso l’utilizzo di prodotti omeopatici o a base di erbe che hanno proprietà rilassanti o calmanti. Tutti abbiamo sentito parlare dei Fiori di Bach, sostanza a base di fiori che avrebbe lo scopo di rilassare chi è particolarmente teso o stressato.

Questo, così come tanti altri, anche se contiene delle proprietà rilassanti o distendenti, purtroppo però non cura il disturbo da attacchi di panico. L’approccio migliore per guarire dagli attacchi di panico, rimane quello psicoterapico, combinato a quello farmacologico (se necessario).

SI POSSONO CURARE DA SOLI GLI ATTACCHI DI PANICO?

Spesso chi soffre di attacchi di panico si convince di poter gestire il problema, mantenendo la calma e semplicemente cercando di “non pensarci”. Questo dato clinico è riscontrabile con tutti i pazienti che decidono di contattare uno specialista, magari dopo anni dal primo attacco, dicendo che per un lungo periodo hanno cercato di gestire il problema da soli e purtroppo a un certo punto si sono resi conto di non avere gli “strumenti” per farlo.

Più dell’80% delle persone che soffre di attacchi di panico comprende l’importanza di rivolgersi a un professionista, dopo aver provato a curarsi da solo e non esserci riuscito. L’altro 20% ha sofferto di attacchi di panico per un periodo così breve tanto da non essersi posto il quesito se chiedere aiuto o no.

MEGLIO ANDARE DALLO PSICOLOGO O DALLO PSICHIATRA?

Chi soffre di un disagio mentale, come gli attacchi di panico, spesso non sa se rivolgersi a uno psichiatra o a uno psicoterapeuta. Per alcuni è anche solo difficoltoso cogliere la differenza tra le diverse figure professionali. Uno psichiatra è un medico, laureato in Medicina e Chirurgia con una specializzazione in Psichiatria; lo psicoterapeuta è uno psicologo che, dopo l’abilitazione all’esercizio della professione, si è specializzato in psicoterapia.

Entrambe le figure svolgono un ruolo fondamentale nel diagnosticare e nel curare un disturbo come quello degli attacchi di panico. Solitamente le persone si rivolgono al medico di base e riferiscono di aver avuto una serie di sintomi ansiosi molto forti non riconducibili a malattie organiche. Dopo questa prima valutazione, i medici di base possono indirizzare il paziente o da uno psichiatra, principalmente per una cura farmacologica, o da uno psicoterapeuta per iniziare un percorso conoscitivo di sé stessi, volto anche a comprendere l’origine di questi attacchi.

Solitamente si sceglie di rivolgersi prima a uno psicoterapeuta perché la terapia farmacologica è vista come più invasiva. Nei casi particolarmente gravi, in cui gli attacchi di panico sono frequenti e irruenti, può essere lo psicoterapeuta stesso a inviare il paziente da uno psichiatra, per integrare le due terapie.

ATTACCHI DI PANICO NEI BAMBINI E ADOLESCENTI: I CONSIGLI?

Gli attacchi di panico possono colpire non solo gli adulti ma anche i bambini e gli adolescenti. In questi casi l’intervento dei genitori è fondamentale. In un primo momento solo i genitori possono calmare queste crisi, che si presentano tanto più sul versante somatico quanto più il bambino è piccolo. In seguito, nei bambini più grandi, si può avere il passaggio all'atto con collera e distruttività. In questi casi è fondamentale un atteggiamento fermo ma benevolo per calmare e riuscire a contenere queste crisi di angoscia.

Oltre a questa prima fase contenitiva delle angosce del bambino o dell’adolescente, il ruolo del genitore diventa ancora più fondamentale nell’aiutare i figli ad accettare l’aiuto di un professionista e nel vedere in quest’ultimo un alleato che lo aiuterà a stare meglio.

ATTACCHI DI PANICO ALLA GUIDA: COME FARE?

Comunemente, chi vive un attacco di panico, ha poi il timore che questi attacchi possano presentarsi nei momenti in cui la concentrazione e l’attenzione è “vitale”: per esempio mentre si guida. Quello che fino al giorno prima era il semplice tragitto in macchina da casa al lavoro, diventa un momento di forte paura perché si ha il terrore che l’attacco di panico, con tutti i suoi sintomi, possa accadere proprio mentre si guida.

Si perde la lucidità e viaggiare a velocità sostenuta, o viaggiare in autostrada, o attraversare una galleria, o guidare un su viadotto molto alto, fa crescere la paura di non saper controllare l’attacco di panico (che per natura è incontrollabile).

ATTACCHI DI PANICO DURANTE E DOPO IL CICLO MESTRUALE: COME VINCERLI?

Il 60-70% delle donne, durante il ciclo mestruale, presenta una sintomatologia fisica e psicologica talmente lieve da non compromettere lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Tuttavia, c’è una piccola percentuale di donne (circa il 5%) che presenta una sostanziale modificazione dell’umore tanto da rientrare nella classificazione del “Disturbo della disforia premestruale” (DDP).

“I sintomi del disturbo disforico premestruale possono essere sia psicologici (come tensione, irritabilità, sensazione di essere fuori controllo, labilità emotiva o umore marcatamente depresso, insonnia o aumento della sonnolenza, difficoltà di concentrazione, ansia) sia fisici (come tensione, dolori muscolari o articolari, stanchezza,)”.

Le donne che soffrono di attacchi di panico possono essere più sensibili se soffrono anche di DDP. In questi casi è importante imparare a riconoscere se i sintomi fisici e psicologici appartengono al cambiamento ormonale che sta avvenendo nel corpo in quel momento, o se sono caratteristici dell’attacco di panico. L’aiuto dello psicoterapeuta è prezioso proprio perché può aiutare la paziente a distinguerli.

D.ssa Valentina Carella - Psicologa psicoterapeuta Centro Clinico SPP Milano età dell'adulto

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