Come affrontare l’autosabotaggio
“Nessuno può farti più male di quello che fai a te stesso”
Mahatma Gandhi
Per autosabotaggio si intende l’atteggiamento di chi mette in atto delle azioni che gli impediscono di raggiungere i propri obiettivi.
Cosa vuol dire autosabotaggio
Per quanto sembri un comportamento del tutto privo di senso, in realtà l’autosabotaggio è piuttosto frequente; si fonda su meccanismi inconsci, e può manifestarsi in diversi ambiti della vita.
Si sabota se stessi quando ci si lamenta invece di agire, quando si è troppo disponibili e non si riesce a dire no agli altri, quando si rimane bloccati in situazioni che non permettono di stare bene, che si tratti di matrimonio, del posto di lavoro o di abitudini dannose. Si sabota se stessi anche quando si rimanda a non finire, perché non ci si sente mai pronti.
Perché una persona si autosabota?
Spesso la causa dell’autosabotaggio sta nella paura del cambiamento: anche la peggiore delle condizioni ha il vantaggio di essere già conosciuta, e un inferno familiare può sembrare preferibile a una novità, che per definizione porta con sé delle incognite e richiede fatica per riorganizzarsi. A volte la resistenza al cambiamento è aumentata dalla presenza di una vera e propria dipendenza; è il caso del fumo, ma anche delle dipendenze affettive, per esempio.
Un altro freno importante al cambiamento sta nel perfezionismo, che spinge a non sentirsi mai abbastanza pronti per fare il passo successivo e a procrastinare senza sosta il momento di agire. In questi casi alla base c’è la paura di fallire e l’autosabotaggio è una strategia per mantenere la propria autostima. È il caso di chi evita di andare a dare un esame per la paura di essere bocciato, o di chi si mostra sgradevole per la paura di essere rifiutato. Alla base c’è una fragilità narcisistica che porta a vivere ogni possibile fallimento come una minaccia alla propria identità.
Può capitare anche che si saboti se stessi nella convinzione più o meno inconscia di non meritare il successo o la felicità: le radici di questo atteggiamento sono antiche, e per riuscire a cambiare atteggiamento è indispensabile arrivare a esserne consapevoli.
Chi si autosabota?
L’autosabotaggio può essere legato a esperienze molto precoci. Quando i legami tra la mamma e il bambino sono caratterizzati da uno stile di attaccamento insicuro, raggiungere l’autonomia può essere vissuto come un tradimento: per mantenere l’amore è necessario essere deboli e bisognosi, così che la malattia e l’infelicità diventano requisiti indispensabili. L’autosabotaggio in questo caso è una strategia di autoprotezione che evita la separazione da una figura affettivamente importante.
Quando questo comportamento viene appreso nella famiglia d’origine, tende ad essere poi riproposto anche nelle relazioni amorose, rendendo sempre più difficile abbandonare l’abitudine all’autosabotaggio, in un circolo vizioso che porta sofferenza e incapacità di cambiare.
Come smettere di autosabotarsi
Chi sabota se stesso, naturalmente, finisce per stare male; possono manifestarsi depressione, attacchi di panico, sintomi psicosomatici e comportamenti incoerenti. Per modificare questo atteggiamento è necessario partire dalle sue cause profonde. Una psicoterapia psicoanalitica è la scelta più indicata per prendere coscienza dei meccanismi inconsci che condizionano i comportamenti e per intraprendere un percorso di cambiamento.
Desideri contattarmi per un appuntamento? Clicca sulla pagina dei contatti e compila il form.
Dr.ssa Sara Pagani - Centro Clinico SPP Milano età adulta