Esaurimento nervoso: sintomi, cause, cura con la psicoterapia
Il primo medico a parlare di “esaurimento nervoso”, denominato anche nevrastenia, fu George Miller Beard nel 1869. Lo psichiatra americano coniò questo termine per descrivere la presenza invasiva di sintomi, fisici e psicologici, che comportano una condizione cronica di debolezza e fatica.
Da allora ad oggi, il concetto di esaurimento nervoso ha mantenuto la stessa natura includendo tutta una serie di sintomi non solo neurologici ma anche psicologici, che spesso una persona può provare in momento particolarmente stressante della vita.
In questo articolo approfondiremo non solo gli aspetti più tecnici, tra cui i sintomi e le possibili cause, ma anche le possibili diagnosi differenziali con i similari sintomi della depressione e/o dei disturbi ansiosi, e quali possono essere le cure e i professionisti ai quali rivolgersi per affrontare tale condizione, così comune oggi giorno ma ugualmente pervasiva e sfiancante.
Quali sono i sintomi di un esaurimento nervoso?
Come appena accennato, i sintomi dell’esaurimento nervoso sono di varia natura: comprendono sintomi fisici e psicologici. Tra i principali sintomi troviamo:
• Disturbi del sonno
• Stanchezza cronica
• Confusione del pensiero
• Anedonia
• Mal di testa e vertigini
• Apatia
• Ansia generalizzata (o specifiche preoccupazioni)
• Attacchi di panico
• Fragilità emotiva con conseguenti sbalzi d’umore
• Forte senso di affaticabilità fisica dopo sforzi minimi (debolezza muscolare)
• Disturbi di somatizzazione
• Disturbi della memoria
• Problemi di concentrazione
• Negatività e/o pessimismo verso la quotidianità
In casi particolarmente critici ciò può provocare anche uno scarso contatto con la realtà, fino a percepire sintomi pseudo allucinatori, paranoia e possibili atti lesionistici. Ciò che il paziente solitamente riferisce è uno stato cronico di forte stress (si consiglia anche la lettura dell’articolo correlato “Conseguenze stress prolungato”).
Quindi, il concetto di “esaurimento nervoso” era ed è ancora oggi, utilizzato per riferirsi a un periodo difficile, che varia di durata in base a diversi fattori, che causa sintomi simili agli stati depressivi e ansiosi.
Che differenza c'è tra depressione ed esaurimento nervoso?
Come appena descritto, i sintomi dell’esaurimento nervoso possono sovrapporsi molto frequentemente a quelli di altri disturbi, soprattutto della sfera dell’umore. E fino a pochi decenni fa la sovrapposizione era netta. Infatti, si parlava di esaurimento nervoso per descrive la sintomatologia tipica dei pazienti con disturbi depressivi. In realtà il vissuto depressivo è presente in molti altri disturbi di carattere psicologico: una persona che soffre di attacchi di panico a lungo può sviluppare un disturbo depressivo conseguente alla sofferenza generata dal non riuscire a tollerare più gli attacchi di panico.
La depressione, oltre a essere una delle patologie più diffuse in ambito psicologico, ha anche delle caratteristiche ben precise che sono descritte in tutti i manuali psicodiagnostici (DSM 5, ICD-11, ecc.) e che determina una flessione dell’umore verso il basso anche in presenza di eventi esterni positivi per la persona.
Attualmente in nessun manuale psicodiagnostico è presente la “diagnosi” di Esaurimento Nervoso; ne consegue che l’assenza di una diagnosi riconosciuta e condivisa nel mondo clinico rende, l’esaurimento nervoso, un disturbo non diagnosticabile ma probabilmente subordinato ad altri disturbi, tra cui depressione, stress prolungato e ansia.
Come farsi diagnosticare un esaurimento nervoso?
Alla luce di quanto appena descritto, non è possibile fare diagnosi di esaurimento nervoso, ma ciò non toglie l’importanza di saper riconoscere il dolore del paziente, a prescindere da come venga chiamata quella sofferenza. Ripercorrendo la storia del termine esaurimento nervoso, abbiamo visto che in passato è stato chiamato anche “nevrastenia” o “nevrosi di angoscia” (“La sessualità nell'etiologia della nevrosi”, S. Freud 1898).
In questo scritto Freud pone la differenza tra queste due tipologie diverse di nevrosi, focalizzandosi – nonostante egli presupponesse che andassero di pari passo – sui sintomi e sulla eziologia diversa.
“La nevrastenia si può sempre far risalire a uno stato del sistema nervoso determinato dall'eccessiva masturbazione o sorto spontaneamente a causa delle frequenti polluzioni; la nevrosi d'angoscia svela regolarmente le influenze che hanno in comune i fattori dell'astinenza o della soddisfazione incompleta - quali il coitus interruptus, l'astinenza unita a una vivace libido, la cosiddetta eccitazione non consumata, ecc.. L'angoscia è sempre libido distolta dal suo [normale] impiego.”
Secondo Freud, comprendere l’origine della nevrosi permette di avere in mano la giusta chiave di lettura per aiutare il paziente. Se l’origine della nevrosi è nel presente o nel passato del paziente, è compito del clinico comprenderlo. Il paziente probabilmente può aiutarlo se l’origine sessuale della nevrosi è presente; in caso contrario i suoi meccanismi difensivi opereranno per celare l’eziologia.
L’importante compito del clinico, non risiede solo nel fare diagnosi, ma soprattutto nel comprendere le cause che spingono il paziente a provare tale angoscia.
Cosa fare se si ha un esaurimento nervoso?
Individuarne la causa offre al clinico, e di conseguenza al paziente, la giusta chiave di lettura per capire cosa fare in presenza di un esaurimento nervoso. Lo stress rientra sicuramente nelle risposte a tale domanda, ma vediamo quali possono essere i problemi principali:
• Problemi familiari (con i genitori, con i figli, con i familiari)
• Problemi di coppia (litigi, tradimenti, incompatibilità)
• Problemi lavorativi (con i colleghi, con il capo, licenziamenti)
• Problemi di salute (malattia, lutto)
• Altri disturbi psicologici (aggravamento di altre condizioni psicologiche)
Tutti gli eventi della vita quotidiana possono generare stress, ma solo quelli cronici o troppo traumatici possono trasformarsi in una condizione di pervasivo malessere. Individuare insieme all’aiuto di un professionista, ciò che ha innescato quel processo disfunzionale di sofferenza, è anche la via per riuscire a liberarsene.
Chi (non) diagnostica l'esaurimento nervoso?
A prescindere dalla possibilità di fare o no diagnosi di esaurimento nervoso, è importante affrontare la sofferenza della persona per valutare il percorso di psicoterapia e, se necessario, un supporto farmacologico per alleviare i sintomi. È importante rivolgersi a un professionista per una comprensione profonda di ciò che la persona sta vivendo, sia a livello sintomatologico che personale; in un momento storico così complesso e difficile, è frequente che la persona si ritrovi pressata anche dalle conseguenze della pandemia causata dal COVID-19.
Coglierne le differenze, ma anche le associazioni di questi aspetti, è quindi fondamentale per modificare il funzionamento patologico alla base dell’esaurimento nervoso. L’analisi del profondo è l’obiettivo imprescindibile di una psicoterapia efficace. Il Centro Clinico SPP ha l’obiettivo di analizzare insieme alla persona la sofferenza nella sua profondità.
Vuoi contattarmi per una seduta di primo colloquio? Vai allora alla pagina "Contatti" e scrivi il tuo messaggio.
Dr.ssa Valentina Carella - Centro Clinico SPP Milano età adulta