Psicologo per bambini: quando andarci?
Lo psicologo per bambini è un professionista, laureato in psicologia e specializzato in problematiche legate all'età evolutiva: va subito chiarito che non lavora "contro" i genitori, ma "con" i genitori.
È bene considerare in primo luogo il benessere del bambino anziché paure o pregiudizi che non abbiano niente a che fare con la realtà. Prima di vedere un bambino, infatti, uno psicologo dell'infanzia chiede sempre un colloquio con i genitori in modo da conoscerli, farsi conoscere, capire il motivo della richiesta della visita, ma anche accogliere senza giudicare le ansie e le preoccupazioni di un genitore. Dopo avere incontrato il bambino o la bambina qualche volta e magari aver somministrato loro un test, dà una restituzione della sua valutazione ai familiari e poi collabora con loro durante tutta la terapia, vedendoli periodicamente per discutere di come si evolve la terapia e offrendo loro consigli e supporto. È quindi un professionista che lavora con il bambino, ma funge da appoggio anche per i genitori.
Psicologo per bambini: quanto può essere difficile per i genitori l'ammissione?
La scelta per i genitori di chiedere l'intervento di uno psicologo infantile perché aiuti il proprio bambino è molto delicata e oltretutto accade raramente che sia una scelta assolutamente autonoma. Nella maggior parte dei casi sono infatti altre persone a suggerirne l'utilità, in primis le maestre della scuola materna o elementare, il pediatra o uno psicoterapeuta che segua gli stessi genitori.
Tutto ciò perché per una mamma o un papà l'ammissione che il loro bimbo ne abbia bisogno è estremamente difficile visto che, ancora oggi, portare un bambino dallo psicologo è visto da molti come una vergogna se non addirittura come una violenza. Soprattutto trattandosi del proprio figlio o figlia, non riuscire a risolvere da soli un problema e un disagio è visto quasi come una "sconfitta". Ma non è assolutamente così e far parlare un bambino con una persona esterna che si occupi di psicologia infantile vuol dire prendersi cura del bambino ed è una scelta coraggiosa che può essere a volte più utile rispetto ai mille sforzi e tentativi messi in atto da parte di un genitore. In ogni caso, la figura con cui confrontarsi prima di decidere qualsiasi intervento è il pediatra perché in primo luogo può valutare se si tratti di una problematica organica piuttosto che emotiva ma temporanea oppure di un disagio più profondo e, se dovesse pensare all'utilità di un intervento, potrebbe indirizzare verso il professionista a suo parere più adeguato.
Psicologo per bambini o altri specialisti?
La questione su cui focalizzarsi riguarda innanzitutto il disagio che il bambino presenta. È utile in primo luogo distinguere quei casi in cui sarebbe meglio che il bimbo venisse inviato per un consulto da un neuropsichiatra infantile. Sono situazioni in cui il bambino non raggiunge le tappe evolutive in età adeguata o ha difficoltà nell'area prassico motoria (difficoltà di gestione del corpo nello spazio, difficoltà nella motricità fine e nel coordinamento).
Questi sono casi in cui interpellare uno psicoterapeuta non sarebbe effettivamente la scelta più corretta, visto che non è propriamente il suo campo. Un neuropsichiatra infantile ha più cognizione di causa in queste occasioni e può inviare verso la figura professionale più adeguata in base alla diagnosi. Queste sono però situazioni gravi in cui più spesso il bimbo viene preso in carico da una équipe, di cui in genere fa parte anche uno psicologo per bambini.
Psicologo per bambini, quando è davvero utile?
Ma quando e in quali casi è utile che un bimbo sia indirizzato verso uno psicoterapeuta per bambini? L'età non è il punto centrale poiché, fin da quando sono molto piccoli, i bambini possono trarre giovamento dall'intervento di uno psicologo infantile; ciò su cui focalizzarsi è il disagio. Se un bimbo dovesse presentare comportamenti o problemi che prima non aveva sarebbe utile in primo luogo una "autoanalisi" e domandarsi se ci siano state situazioni di stress per lui: un lutto, una separazione, un divorzio o un trasferimento.
Se così fosse, spesso i problemi possono essere il sintomo di un disagio più profondo e il confronto con uno psicologo per bambini per valutare una presa in carico potrebbe essere realmente utile. La casa e la scuola sono i due contesti in cui principalmente si può osservare se il bambino presenti certe problematicità o un disagio. I problemi da non sottovalutare sono comportamenti di iperattività, ansia, oppositività nei confronti dei genitori o di altre figure con un ruolo educativo, disturbi del sonno o dell'alimentazione e difficoltà eccessive a separarsi dai genitori, come anche sintomi regressivi.
Pure a scuola possono palesarsi alcuni problemi, come presentare lentezza nell'apprendimento del linguaggio o della scrittura, del calcolo, avere difficoltà a stare seduto, disturbare troppo la classe o isolarsi. Insomma lo psicologo per bambini rappresenta una possibilità concreta ed efficace di aiuto per il minore e la sua famiglia, a cui rivolgersi con fiducia e serenità.
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